L’8 marzo è una data importante e non soltanto per le donne. Perché questa giornata, oltre a ricordare come la questione sulla parità di genere sia ancora lungi dall’essere risolta, doverosamente pone l’accento sul lavoro fatto dalle generazioni femminili venute prima di noi per permetterci, oggi, di godere di alcune libertà e diritti che fino a un secolo fa non esistevano, che oggi abbiamo e spesso ignoriamo, o che non facciamo abbastanza per far rispettare, in Italia e in Europa. Per questo se da una parte bisogna ricordare quanta strada c’è ancora da fare, dall’altra bisogna anche sottolineare quante realtà hanno capito l’urgenza di risolvere una questione non più rinviabile.

 

Per Farmanatura, infatti, il riferimento al genere femminile è imprescindibile, non soltanto perché il pubblico a cui ci rivolgiamo è al 90% fatto di donne, ma anche e soprattutto perché abbiamo impostato il nostro essere azienda d’ innovazione e continua crescita, sull’energia nuova e diversa che le donne portano. Per questo la nostra campagna per riflettere sulla Giornata della Donna dell’8 marzo 2021 ha scelto una sola parola: libera. Perché oggi è importante più che mai rendere la donna libera di fare le sue scelte, i suoi errori, di decidere della propria vita e del proprio corpo.  Una donna libera è anche una persona senza condizioni e pregiudizi capace di non farsi condizionare da chi impone stereotipi e modelli, o più semplicemente in grado di scegliere se accettare o no, consapevolmente, quei modelli e quegli stereotipi che dettano modi e stili di vita.

Libera ci è sembrata l’idea più attuale in un anno in cui l’ otto marzo che sta per arrivare, è sentito molto diverso e molto più difficile per tutti ma soprattutto per le donne, che, nel nostro Paese, hanno pagato e stanno ancora pagando il prezzo più alto di una crisi sanitaria - economica senza precedenti. Nel 2020  la pandemia ha fatto emergere molte ineguaglianze, ma soprattutto  quella fra donne e uomini. Basti pensare che nel solo mese di novembre si sono persi 100mila posti di lavoro, 99mila dei quali, erano posti di lavoro femminili. un fenomeno passato tra l’indifferenza più o meno generale. Le prime stime su questi dati ci dicono che globalmente il rischio di perdere il lavoro a causa della pandemia di COVID-19 è stato più alto per le donne e che, mentre le scuole erano chiuse, sono state queste ultime a farsi carico della cura dei bambini e della loro istruzione. In Farmanatura abbiamo volutamente invertito questo trend ed oggi il 99,8 % del nostro organico è donna. A loro, dipendenti o collaboratrici, garantiamo la possibilità di fare carriera avendo anche la responsabilità di cura della famiglia, ma allo stesso tempo la libertà di decidere se privilegiare l’uno o l’altro aspetto della loro vita; perché nel nostro Paese purtroppo il carico di cura delle famiglie, figli piuttosto che genitori anziani, è ancor tutto sulle spalle delle donne.

 

Da noi non esiste il problema del gap salariale tra uomini e donne e volutamente abbiamo eliminato qualsiasi barriera e condizione di segregazione lavorativa sia orizzontale, quando si lavora prevalentemente in ambiti meno prestigiosi e meno retribuiti, che verticale perché diamo la possibilità alle nostre dipendenti di raggiungere posizioni apicali.

 

Ma è anche uno sguardo complessivo, quello che Farmanatura vuole rivolgere all’universo femminile in una giornata che è, o dovrebbe essere, di riflessione, di dibattito e di pensieri nuovi su un futuro di vera parità di genere. Per questo le nostre proposte per l’otto marzo sono indirizzate ad una donna attenta e preparata, solidale, inclusiva e rispettosa dell’ambiente.Una donna insomma che ogni giorno coscientemente vuole prendersi cura di sé, di chi gli sta accanto e dell’ambiente in cui vive. Cura è un’altra parola che fa parte del genere femminile, oggi importante più che mai. In questo anno di pandemia da COVID 19 abbiamo scoperto che il 70 % del personale sanitario nel mondo è costituito da donne, questo dato vorrà pur dire qualcosa. Eppure l’Italia è penultima in Europa per partecipazione femminile al mercato del lavoro. Peggio di noi fa solo la Grecia. Solo una donna su due in età lavorativa è attiva. Il 73% delle dimissioni volontarie rassegnate nel 2017 sono state di lavoratrici madri. Solo il 28% delle posizioni dirigenziali nelle aziende private italiane è ricoperto da donne. Nelle coppie con figli e in cui entrambi i partner lavorano, le donne dedicano in media il 22% del proprio tempo al lavoro familiare, mentre per gli uomini la percentuale scende al 9%. Ecco questi dati ci dicono quanta strada c’è ancora da fare, non soltanto per una vera parità di genere, ma soprattutto per vedere riconosciute le peculiarità e l’apporto diverso che le donne possono dare al mercato del lavoro e più in generale alla costruzione del futuro di ogni società.