La Flora del Parco Naturale Regionale del Sirente-Velino

4 chiacchiere semiserie su: lasciarsi incuriosire dalla flora spontanea aiuta (eccome se aiuta) a controllare il proprio peso corporeo.

Se avete bisogno di un aiuto per controllare il vostro peso corporeo, sappiate che anche in questo le piante possono aiutarvi. Un’alimentazione ricca di fibre può, ad esempio, limitare l’assorbimento calorico… Ma sapete cosa vi dico? Ancora meglio le piante potranno svolgere questa funzione se le andrete a cercare voi personalmente, in natura, e non al supermercato o in erboristeria!

Scoprite il gusto di osservare come, man mano che si sale di quota, o via via che si attraversano diversi ambienti, cambia la flora che ci circonda. Chinatevi ad osservare, sdraiatevi, cercate l’inquadratura giusta per scattare una foto memorabile, anche a costo di improbabili contorsioni che, credetemi sono meglio dello yoga!

Prendete un territorio di riferimento e iniziate ad esplorarlo: allora sì che le piante potranno davvero aiutarvi a mantenervi in forma!

Il Parco Naturale Regionale del Sirente Velino costituisce un bell'esempio di biodiversità floristica. Ad oggi sono ben 1.570 le specie censite, e, fra queste, 116 sono quelle che rappresentano emergenze meritevoli di tutela (endemismi, relitti glaciali, specie a distribuzione disgiunta o frammentaria e specie rare) fra cui specie particolarmente rare come, l'Astragalus aquilanus, che in tutto il mondo è presente unicamente in alcune aree montane abruzzesi e l'Adonis distorta, che vegeta esclusivamente in alcune aree dell'appennino centrale. Incantevoli, inoltre le fioriture di orchidee, narcisi, nonché le rare peonie e la viola di Eugenia. E come dimenticare il giglio rosso e il giglio martagone (tutelati in Abruzzo dalla Legge Regionale per la protezione della flora) e la Pulsatilla alpina, anche detta il "Fiore del Vento", osservato oltre i 2.000 metri di altezza sui prati a ridosso di ghiaioni e nevai. Tutto questo è possibile grazie alla grande varietà di ambienti che caratterizzano il territorio, all’alternarsi di esposizioni, diverse morfologie e al forte gradiente altitudinale (dai 400-600 metri della Valle dell'Aterno, alla quota di 2.486 metri del Monte Velino).

Un importante progetto europeo denominato LIFE Floranet, si è occupato di censire nel dettaglio e mettere al sicuro le popolazioni delle specie “di interesse Comunitario” (ossia la cui conservazione rappresenta uno degli obiettivi principali nell’ambito delle politiche ambientali europee): Astragalus aquilanus, Adonisdistorta, Jacobaea vugaris subsp. gotlandica, Klasea lycopifolia, Iris marsica. Queste le “top five” tra le specie presenti nel Parco…almeno secondo le Direttive Europee, perché in realtà ci sono alcune specie ancora più rare e caratteristiche che però Leggi e Normative ancora non riconoscono.

Stiamo parlando, ad esempio, del rarissimo Oxytropis ocrensis una pianta scoperta solo nel 2018 dai ricercatori dell’Università degli Studi di Camerino Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci, nell’ambito delle attività di ricerca scientifica svolte presso il  Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino (Barisciano, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga).

La pianta è stata in realtà notata per la prima volta dal Carabiniere Forestale Bruno Petriccione, in una valle del Monte Ocre. Non avendo potuto identificarla, il Carabiniere (ecologo di formazione), ha portato un campione d’erbario al Centro Ricerche, dove sono immediatamente scattati i campanelli d’allarme per quella che sembrava essere una specie totalmente sconosciuta alla scienza, anche scartabellando libri relativi a flore non italiane.


Dopo qualche tempo e molti studi comparativi con specie affini che si rinvengono sulle Alpi e nella Penisola Balcanica, i due ricercatori (non nuovi, per la verità, a scoperte simili) hanno potuto dimostrare che l’Oxytropis del Monte Ocre rappresenta una specie assolutamente diversificata da tutte le altre.

Doverosa dunque la dedica al Monte Ocre, unico luogo nel mondo in cui sinora è nota questa specie.

Insomma…il carabiniere Petriccione ne avrà fatto di cammino su quelle montagne per trovare una specie nuova! Certo, ci è voluta anche tanta esperienza e un tocco di fortuna…ma chissà che un giorno non possa capitare anche a voi di trovare, fra specie comuni e molto più note, quella sconosciuta alla scienza?

Magari i ricercatori potrebbero poi decidere di chiamarla con il vostro nome…chissà.

Quel che è certo è che vi sarete tenuti in forma fisica e anche mentale! E anche stavolta, il merito sarà stato tutto del meraviglioso mondo vegetale in cui siamo, spesso inconsapevolmente, immersi.

Buona esplorazione!