alimenti_funzionali

Oggigiorno si sente parlare sempre più frequentemente di alimenti funzionali, cioè alimenti in grado di migliorare il grado di benessere e il mantenimento dello stato di salute. Non si tratta di integratori alimentari, ma di super alimenti. Il concetto di alimento funzionale nasce in Giappone negli anni ’80, quando ci si pose il problema di migliorare la salute delle persone più in là con gli anni. Negli ultimi tempi sempre più persone si interrogano su cosa realmente siano questi alimenti e se realmente possano migliorare la qualità della vita. Nell’articolo sottostante potrete leggere come il mondo scientifico stia ponendo l’attenzione verso questi prodotti in modo dimostrare scientificamente la vera utilità nell’assunzione di questi alimenti.

ALIMENTI FUNZIONALI
LORO EVOLUZIONE

Negli ultimi anni il settore alimentare ha visto ampliarsi l’interesse verso gli alimenti “funzionali”.

Ovvero quella categoria di alimenti che comprende diverse tipologie di prodotti o ingredienti che hanno la capacità di esplicare un effetto benefico verso l’organismo che li assume, aggiuntivo, ulteriore rispetto al normale contributo nutrizionale fisiologico.

Ricorre in questo senso una definizione interpretativa dello European Food Information Council (EUFIC), secondo cui un alimento può considerarsi funzionale “se dimostra in maniera soddisfacente di avere effetti positivi su una o più funzioni specifiche dell’organismo, che vadano oltre gli effetti nutrizionali normali, in modo tale che sia rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o per la riduzione del rischio di malattie (1).

L’interesse verso alimenti funzionali al miglioramento o al mantenimento di uno buono stato di benessere e di salute si è espresso negli ultimi anni sia da parte dei consumatori, che da parte della “scienza dell’alimentazione”, materia che si è fortemente evoluta sotto il profilo tecnico, scientifico e tecnologico.

Proprio la scienza dell’alimentazione estende l’oggetto di studio dalla “nutrizione adeguata” alla “nutrizione ottimale” riconoscendo che determinati alimenti sono idonei non soltanto a soddisfare le necessità nutritive, ma anche a realizzare precipue funzioni salutistiche; in questo senso, si noti, la promozione di corrette regole alimentari unite allo stile di vita sano rientra nella strategia che gli Stati e le Organizzazioni sovrannazionali ed internazionali debbono porre in essere per un perseguimento attivo della salute (2).

In questo contesto è intervenuto anche il legislatore comunitario che in diversi settori ha regolamentato e disciplinato alimenti capaci di produrre effetti benefici sull’organismo e sulla salute.

Il caso più impattante di regolamentazione di alimenti funzionali è il Reg. CE 1924/06 sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute.

Il legislatore comunitario ha inteso disciplinare le indicazioni relative alle funzionalità degli alimenti che possono recare un beneficio nutrizionale o salutistico verso il soggetto che li consuma.

La norma individua e definisce le indicazioni nutrizionali  e salutistiche, stabilendo fra i principi generali da rispettare, che le stesse siano dotate di dimostrabilità e fondatezza scientifica, poiché è necessario che l’alimento effettivamente espleti la sua funzione anche con riguardo alle modalità e quantità di suo ragionevole consumo.

Ora il 1924 e 1925 sono i regolamenti che rappresentano in maniera più definita il concetto di funzionalità dell’alimento e che rispecchiano le sempre più attuali esigenze dei consumatori, trovando concreto fondamento scientifico.

In effetti, il legislatore comunitario ha riscontrato questo interesse verso le peculiarità benefiche degli alimenti e lo ha disciplinato, anche per l’esigenza di dare un ordine concettuale alla materia e imporre basi scientifiche e comunicazioni alla presentazione e alla enfatizzazione delle proprietà benefiche, per mantenerle in linea di confine tra alimento funzionale (ma pur sempre alimento) e farmaco.

Resta il fatto che tutte le produzioni alimentari si attesta la necessità ed esigenza che la funzionalità rappresentata sia fondata e riscontrata scientificamente in modo che il beneficio sia effettivo e riscontrabile.

Ciò giustifica in qualche modo gli studi e gli approfondimenti in corso, tesi a riscontrare la effettiva funzionalità anche in termini generali di benessere e qualità della vita.

Nell’articolo di fa riferimento al fatto che la produzione e l’assunzione di questi alimenti funzionali vada regolamentata in modo da avere la sicurezza di assumere prodotti privi di pericoli e in alcun modo nocivi.

Come si legge nell’articolo nell’atro articolo riportato, invece, alcuni claim pubblicitari potrebbero trarre in inganno e creare confusione. Non sempre, infatti, tutto quello che troviamo negli slogan pubblicitari è supportati da studi scientifiche ed è per questo motivo che c’è bisogno di regolamentare il tutto.

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GLI ALIMENTI FUNZIONALI OGGI:
LE PROMESSE SONO STATE MANTENUTE?

Annalisa Taccari

Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari,
Università di Bologna

Lo stretto legame esistente fra dieta e riduzione del rischio di malattie condiziona fortemente le scelte dei consumatori di oggi e, di conseguenza, la domanda di alimenti con specifici ingredienti benefici per la salute è cresciuta considerevolmente nell’ultimo decennio. È sempre più frequente leggere sulle etichette frasi come “contribuisce al benessere del tuo intestino” oppure “per la salute delle tue ossa” o ancora “favorisce la riduzione dei livelli di colesterolo” e sempre più spesso si parla di cibi come fossero dei farmaci o cosmetici. Infatti è la propensione a nutrirsi in modo equilibrato e la maggiore aspettativa di vita che hanno incoraggiato l’industria alimentare a sviluppare la sperimentazione e la commercializzazione di nuovi alimenti funzionali, pronti all’uso e facilmente reperibili.

Come più volte ribadito su questa rivista, “un alimento può essere considerato funzionale se dimostra in maniera soddisfacente di avere gli effetti positivi su una o più funzioni specifiche dell’organismo, che vadano oltre gli effetti nutrizionali normali, in modo tale che sia rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o per la riduzione del rischio di malattia”. Inoltre, questi devono essere alimenti veri e propri che esercitano la loro funzione sulla quantità normalmente previste da una dieta equilibrata  i cui effetti funzionali devono essere scientificamente documentati attraverso studi in vitro e trial clinici.

A questo punto è lecito chiedersi: può ogni cibo essere considerato funzionale? La risposta non è univoca perché un alimento può essere funzionale sia naturalmente che attraverso applicazioni tecnologiche, volte ad aumentare la concentrazione o la biodisponibilità di un particolare componente o mediante l’aggiunta di specifici ingredienti. Tra gli alimenti funzionali possiamo trovare quelli presenti nella dieta (tè verde. Olio di oliva…), i quali contengono composti biologicamente attivi come minerali, vitamine, acidi grassi essenziali o fibre alimentari, oppure alimenti addizionati con principi attivi di origine vegetale, antiossidanti o probiotici.

I consumatori moderni cercano un valore aggiunto reale e sono sempre più consapevoli della relazione tra alimentazione e benessere. Parallelamente al crescente interesse di questi alimenti, è emersa la necessità di definire standard di sicurezza e controlli più severi. L’applicazione di un quadro normativo deve infatti tutelare i consumatori false o ingannevoli.

Di fronte al proliferare di messaggi che saltano le proprietà nutrizionali e salutistiche viene naturale interrogarsi sulla loro veridicità. Negli ultimi anni l’Antistrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha “bacchettato” alcuni colossi dell’industria alimentare per aver diffuso messaggi pubblicitari, slogan capaci di confondere. Un esempio eloquente è quello di una campagna pubblicitaria di una nota multinazionale incentrata sull’alterazione fisiologica di colesterolo, ma che non offriva nessuna informazione utile a comprendere la reale efficacia del prodotto.

È bene ricordare che non esiste un prodotto alimentare che abbia il potere di abbassare il colesterolo, ma è necessario un approccio multifattoriale: il consumo di questi prodotti deve quindi essere inserito nell’ambito di un intervento di carattere generale che promuova l’adozione di uno stile di vita adeguato e non sia invece considerato dai consumatori come una facile scorciatoia.

Una corretta comunicazione è pertanto necessaria affinché le potenzialità salutistiche di un alimento possano essere implementate nella pratica.

Alla luce di quanto visto oggi i consumatori sono molto più attenti alla loro salute e sono alla ricerca di prodotti e alimenti in grado di aiutarli a mantenersi in salute. Di alimenti funzionali che possono aiutare ce ne sono molti, ma bisogna stare attenti nello scegliere quelli che siano supportati da studi clinici e scientifici, in modo da esser certi che siano rispettati tutti di standard di sicurezza e qualità. Resta inteso che alla base del mantenimento dello stato di benessere deve esserci sempre l’adozione di uno stile di vita corretto, cioè il mantenimento di un peso ottimale, alimentarsi in modo vario ed equilibrato, fare esercizio fisico e riposare correttamente.

BIBLIOGARFIA

  1. eufic.org/article/it/expid/basic-alimenti-funzionali/, 2006 con riferimento alla Azione Concertata della Commissione Europea alla Functional Food Science in Europe e con riferimento al programma di Azione Concertata della Commissione Europea, il progetto Process for the Assessment of Scientific Support for Claims on Foods (PASS-CLAIM), che si prefigge l’obiettivo di risolvere alcuni degli attuali problemi relativi alla validazione, alla conferma scientifica dei claims e alla comunicazione al consumatore.
  2. L Petrelli “I prodotti della salute”, Rivista di diritto alimentare, Luglio-Settembre 2011
  3. “Alimenti funzionali”, Chirotti editore, Dicembre 2016| anno 8-numero 20