Dove caspita cresce l’Arnica montana?

4 chiacchiere semiserie su:

Il ritrovamento, il riconoscimento e la distribuzione delle specie botaniche

Avete visto il mio video su Arnica montana?

Mi occupo di divulgazione da quasi un quarto di secolo.

Dovete sapere che non c’è escursione botanica in cui almeno uno dei partecipanti non esulti davanti a me per il ritrovamento dell’Arnica montana. Finalmente la pianta più ingerita, spalmata, adsorbita sublingualmente è lì, di fronte a lui, in carne e oss…no, “petali” e foglie. Finalmente colei che gli ha donato sollievo da contusioni, distorsioni, dolori articolari e muscolari e cavoli vari si manifesta, nel suo habitat naturale, in tutto il suo splendore.

Ma c’è un problema…

Poiché le mie escursioni botaniche si svolgono per lo più in Abruzzo, è molto improbabile che, per quanto fortunato possa essere il qualcuno in questione, abbia veramente trovato l’Arnica montana.

Questa famosissima quanto ricercata specie, ha infatti una distribuzione cosiddetta “Orofita centroeuropea” ossia nel mondo cresce sulle Alpi, nel Giura, e sui Carpazi. I termini che descrivono l’areale di una determinata specie botanica si chiamano Corotipi, mentre la scienza che studia l’origine e la distribuzione delle specie si chiama Corologia.

In particolare in Italia l’Arnica è presente sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale dell’Emilia Romagna. Ma non lo dico io eh! Lo dicono le ricerche e gli studi condotti da botanici molto più bravi di me, che poi condividono i propri dati e partecipano alla realizzazione di un grande progetto di censimento della flora italiana che tutti potete consultare sul sito dedicato (scopri di più). Non è difficile acquisire praticità nella consultazione di questo portale, e saperlo usare potrà darvi tantissime informazioni sulle specie che vivono in Italia, come ad esempio la loro presenza o assenza nelle varie regioni amministrative. Un altro portale affidabile dove trovare tantissime informazioni e immagini è Acta Plantarum (scopri di più).

Comunque…tornando a quel “qualcuno” che invece crede di averla davanti a sé pur trovandosi in una regione da cui il portale esclude la presenza…. e tralasciando considerazioni sul fatto che, spesso, meno si conosce di qualcosa e più si crede di saperne, in genere il tempo che impiego a convincere il “qualcuno in questione” che non si tratta di Arnica montana, ma di una specie affine appartenente alla stessa famiglia botanica, è proporzionale a quanto utilizzo ne ha fatto per i propri acciacchi. Se l’ha abbondantemente utilizzata nelle sue varie forme (integratori, preparazioni omeopatiche, gel, pomate ecc.) è probabile che dovrò esibirmi in una gran profusione di spiegazioni per poter riprendere il cammino e spostare l’attenzione su altre specie meno note.

La famiglia botanica dell’Arnica è quella delle Asteraceae. Questa famiglia, anche detta delle “Composite” è caratterizzata da una particolare infiorescenza chiamata “capolino”. Il capolino è formato da un ricettacolo carnoso (avete presente quella sorta di bottoncino che resta quando avete soffiato via tutti gli ombrellini del soffione? Ecco…proprio lui) su cui si inseriscono i piccoli fiori, che possono essere di due tipi: ligulati e tubulosi. Questi due tipi di fiori possono essere entrambi presenti sul capolino, come nel caso dell’Arnica, oppure, in alcune specie, possono essere presenti solo fiori ligulati (come ad esempio nei cardi) o solo fiori tubulosi (come nelle artemisie). Un capolino famosissimo, strutturato come quello dell’Arnica (ossia con fiori tubulosi al centro e fiori ligulati tutti intorno, è quello della pratolina: ora sapete che quando fate “m’ama non m’ama” non sono solo petali quelli che tirate via…ma sono veri fiori completi!

Perché vi dico tutto ciò? Perché poi succede che non conoscendo bene l’anatomia di una pianta, è molto facile confondere una specie per un’altra: un Doronico…o peggio ancora un tossico Senecio per un’Arnica.

Meglio quindi fidarsi dei dati pubblicati da chi ne sa più di noi…se una specie non è data per presente nella regione in cui vi trovate è molto molto probabile che vi stiate sbagliando.

Ma attenzione! La scienza progredisce grazie al fatto che qualcuno mette in discussione le certezze proprie e altrui!! Quindi è anche possibile e anche relativamente frequente, che qualche cosiddetto “non addetto ai lavori” rinvenga qualche specie che era sfuggita ai botanici professionisti! E’ successo ad esempio per la rarissima Pulsatilla montana, rinvenuta da Mirella Cucchiella (raccoglitrice e cuoca delle erbe spontanee) nei pressi di Campo Imperatore. E’ successo per la rara Viola alba rinvenuta da Roberto Canuti (addetto alle pulizie del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino) nelle faggete di Isola del Gran Sasso. E’ successo per il misterioso Dictamnus albus rinvenuto da Enzo Mezzini (Accompagnatore di Media Montagna) nella Valle del Campanaro a Poggio Picenze).

Chissà dunque che un giorno non possiate essere proprio voi a rinvenire l’Arnica montana in Abruzzo o in qualche regione italiana in cui non è ancora nota la presenza…

Voi però studiate… oppure seguiteci sulla nostra pagina facebook perché il 6 novembre 2020 parte il corso, in collaborazione con Farmanatura, per il riconoscimento delle piante “Piacere di conoscerti!”
Ecco il link per iscrivervi ed avere più informazioni.

Allora sì che potrete insistere che si tratta proprio di Arnica montana!